6. COSA VOGLIO

Essere attraverso il lavoro

Primo Levi (scrittore italiano sopravvissuto ai campi di concentramento) dialoga con Philip Roth (uno dei più importanti scrittori americani) sul “lavoro” come spazio di espressione della propria umanità. Anche in un campo di sterminio.

“Ad Auschwitz ho notato spesso un fenomeno curioso: il bisogno del lavoro ben fatto è talmente radicato da spingere a far bene anche il lavoro imposto, schiavistico. Il muratore italiano che mi ha salvato la vita, portandomi cibo di nascosto per sei mesi, detestava i tedeschi, il loro cibo, la loro lingua, la loro guerra; ma quando lo mettevano a tirar su muri, li faceva dritti e solidi, non per obbedienza ma per dignità professionale”. Come al solito Primo Levi nella sua grande razionalità fa pensare in un senso o in un altro. Però mi ha fatto porre alcune domande: Può esistere un lavoro ben fatto senza la dignità del lavoro, in questo caso in uno stato di schiavitù? Ci può essere la scelta del lavoro ben fatto quando è una finzione in quanto non hai scelta? Certo, esiste la scelta di fare un buono o un cattivo lavoro.»

Primo Levi –  Conversazioni e interviste a cura di M. Belpoliti, Torino: Einaudi, 1997

… il lavoro è uno spazio di espressione che ha bisogno anche di consapevolezza, altrimenti potrebbe trasformarsi in un ripiego o in alienazione.

VIVERE A MODO TUO

COSA VOGLIO – La scelta, le cose importanti, ciò che non piace

5.1 Joe Lansdale – 5_1_Forse potevo Scegliere – Landsdale (scheda)

5.2 Alessandro Baricco – 5_2_Mr Gwyn Baricco Le cose che non voglio (scheda)

5.3 Dino Buzzati – 5_3_I giorni perduti – Buzzati (scheda)

scheda FOTOLINGUAGGIO (scheda FOTOLINGUAGGIO)

Dal social al personal (come comunico) (3.3)

  • il sogno
  • il progetto
  • le condizioni esterne

Laboratorio di ipotesi

(COSA VOGLIO)

Il “chi sono e il cosa voglio” nel lavoro non sono “il contratto di lavoro” sono il dono che faccio verso me stesso: la si potrebbe chiamare: realizzazione personale (forse persino “felicità” ma anche “identità”)

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