TERZO INCONTRO – IL DIVENTARE – Orientamento Narrativo

“Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà d’un solo momento: quello in cui l’uomo sa per sempre chi è.”

H.L. Borges

La parabola del talento contiene in sé una verità da ricordare sempre: ognuno porta dentro di sé talenti. Talvolta rimangono invisibili.

Spesso diamo alla parola “talento” un valore eccezionale. Il talento era una moneta.

Il talento è qualcosa che si può spendere, si può investire, si può conservare o nascondere sottoterra.

Bisogna scoprire e conoscere i propri talenti per coltivarli, farli crescere, spenderli.

La scuola ha il compito di coltivare e far crescere i talenti di ciascuno.

Il talento nascosto

Il personaggio della parabola che nasconde il suo talento incarna un comportamento più pericoloso.

Il “nascondere” della parabola va inteso anche come tralasciare, dimenticare e sottovalutare.

I talenti, inoltre, si esprimono in forme, contesti e attività talvolta lontane dal mondo della scuola.

Il “nascondere” può dipendere da vergogna e insicurezza. Qualche volta non si vuole raccontare ad altri le proprie aspirazioni e anche le proprie capacità e interessi per non sembrare sciocchi. Forse preoccupati dal giudizio o da qualche frase o comportamento degli adulti. Forse perché qualche interesse o aspirazione ci può sembrare irrealizzabile.

Il diario è un modo, un’occasione per esprimersi liberamente senza il timore di un giudizio.

La favola di Pinocchio propone un’altra immagine del talento nascosto. Pinocchio sotterra le sue monete d’oro nel campo dei miracoli perché queste si moltiplichino. C’è l’inganno del gatto e della volpe, è vero. Ma l’atteggiamento che più mi interessa sottolineare è quello di coloro che ritengono che i talenti crescano e si esprimano comunque, per il valore che hanno. La realtà invece ci suggerisce che il talento va “coltivato” attraverso azioni concrete e con impegno. C’è un terreno, quello della scuola, che è fatto per far crescere, trasformare, dare contenuto, sostanza, conoscenza. Il talento da solo quindi non basta.

Le due figure del gatto e della volpe rappresentano gli “altri”, la società, gli interessi che intervengono da fuori.

I Talenti

Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e quindi partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sottoterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Vangelo secondo Matteo 25,14-30

Che cosa pensi di questo tema dei TALENTI

___________________________________________________________

ESSERE E DIVENTARE

Le mie caratteristiche mi dicono molto su chi potrei diventare. Questo lavoro di scrittura mi permette di scegliere quale strada è più adatta per portarmi a diventare…

Le scuole sono veicoli che mi portano lungo strade e verso regioni diverse. Strade più o meno lunghe, come vedremo.

Il talento può crescere, può essere investito e speso in tanti modi diversi. Dobbiamo capire cosa vogliamo e non vogliamo.

SPAZIO DI LETTURA

5_2_Mr Gwyn Baricco Le cose che non voglio

ANALISI

Ci sono cose che hai fatto (a scuola, nel tempo libero, nello sport) che non ti sono piaciute?

___________________________________________________________

Ci sono materie scolastiche che proprio non ti piacciono?

___________________________________________________________

Ci sono situazioni che ti danno fastidio? (esempio: responsabilità, scadenze, valutazioni, parlare a sconosciuti)

___________________________________________________________

La commessa alla UPIM

LA COMMESSA ALLA UPIM

L’autrice racconta le riflessioni di una ragazza che deve decidere cosa fare dopo il liceo.

ANALISI

C’è un adulto che conosci che fa un lavoro che ti piacerebbe fare?

___________________________________________________________

Cosa immagini di quel lavoro?

___________________________________________________________

Quali aspetti ti piacciono di quel lavoro e quali no?

___________________________________________________________

STRUMENTI

CARO DIARIO è il tuo vero e proprio diario di orientamento. Ti offre spazi di scrittura, riflessione, lettura, QR per video, questionari e test con fonti ufficiali per le informazioni su scuola superiore e formazione universitaria.

CARO DIALOGO: percorso di orientamento

Adatto per scuola secondaria di primo e di secondo grado.

Commenti chiusi